Famiglie nobiliari e potere nella Bologna settecentesca




Uno degli errori più frequenti e persistenti nella storiografia bolognese dell'età moderna in generale e del '700 in particolare, come si può ricavare anche da molte tesi di laurea, è stato ed è quello di considerare il patriziato ed il senato dei «Quaranta» (ossia 50) Riformatori dello Stato di Libertà come un blocco socio-culturale e politico omogeneo, detentore ed arbitro esclusivo del potere politico ed economico cittadino che sarebbe stato orientato in senso strettamente conservatore, chiuso nei privilegi della casta nobiliare dell'antico regime, un regime che, pertanto, sarebbe stato travolto solo dall'esterno per l'improvviso irrompere della rivoluzione borghese grazie all'arrivo dei francesi. Questa visione appare però ben poco convincente ad un'analisi reale e circostanziata.
Bisogna considerare anzitutto che, per quanto il senato ed in genere un po' tutti i ceti si riconoscessero nella volontà di autonomia dalla curia romana («dai preti») e nel proclamare una sorta di continuità della Repubblica bolognese attraverso le tesi contrattuali e la formula del governo misto (misto di monarchia pontificia e di repubblica popolare), Bologna in realtà repubblica vera e stato autonomo non era e, per quanto il suo ceto dirigente potesse guardare tradizionalmente per trarne ispirazione alla Repubblica di S. Marco, non poteva evidentemente averne la coerenza interna e la solida tradizione giurisdizionale così come, per altri versi, non poteva avere la coerenza e la forza interna del patriziato genovese, cosmopolita e disposto alla più ampia tradizione di servizio sui più vasti e contrapposti fronti, ma in realtà costante-mente unificato dal comune cointeresse nei grandi investimenti finanziari. Tutta l'evoluzione politica bolognese era frutto di costanti e successivi compromessi interni ed internazionali e tutte le sue strutture politico-istituzionali e sociali ne risentivano in maniera netta. ......

Estratto da: Nomi e cognomi dei Riformatori dello Stato di libertà di Bologna dal 1394 al 1467, tardo secolo XVIColl. B 4457

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