Tra cavalle e affari di donne nell'applicazione del Concilio Tridentino - (Parte I.2)




Questo studio fa parte di una serie intitolata "Per una storia del banditismo montano nel Cinquecento" che raccoglieremo in maniera organica e in un unico testo in un post finale ma che nel frattempo li riproporremo gradatamente nella versione iniziale pubblicata.

Tra cavalle e affari di donne nell'applicazione del concilio tridentino: l'uccisione di Giovanni Zanini e le sventure di Venturino di Galeazzo Melini  (Luccaiola, 1572)

Che non sempre tra Melini e Zanini ci fosse stata tensione ma che anzi in passato ci fossero stati buoni rapporti ed anche relazioni di parentela, che anzi, nonostante l'asprezza delle tensioni recenti qualche ramo degli Zanini ancora non disprezzasse d'imparentarsi con qualche esponente dei Mellini, sarebbe emerso da una nuova, drammatica e complicata vicenda criminale. Il 29 agosto 1572 , venerdì, il massaro di Granaglione, per dovere d'ufficio, presentava denuncia contro Andrea di Marco (Zanini) delle Capanne e suo figlio Gabriele e contro Venturino di Galeazzo di Bertolone (Mellini) per l'uccisione di Giovanni di Tonio (Zanini). Secondo la denuncia del massaro, nella stessa mattinata le cavalle di Gabriele erano andate a pascolare sui prati di Giovanni, che le aveva cacciate. Ne era nata una lite e Gabriele aveva colpito Giovanni con una pugnalata alla testa, poi anche Andrea lo aveva colpito alla testa con un «ronchono» e Venturino lo aveva ancora colpito con una daga alla spalla sinistra. La rissa si era svolta in località Luccaiola (presso le loro case).....

part. da un quadro di Giuseppe Cesetti (Tuscania 1902-1990)

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