Carta delle vocazioni agrarie della pianura bolognese desunta dal Catasto Boncompagni (1789-86)




ALLEGATO: CARTA TOPOGRAFICA DELLE VOCAZIONI AGRARIE DELLA PIANURA BOLOGNESE RICAVATA DAL CATASTO BONCOMPAGNI (1780-6) a cura di Alfeo Giacomelli

Presentazione di Lucio Gambi

Il tema del catasto Boncompagni, proclamato con chirografo pontificio del 25 ottobre 1780, entrò cospicuamente nella storiografia economica venticinque anni fa per merito di Renato Zangheri (La proprietà terriera e le origini del Risorgimento nel Bolognese, 1961, pp. 3-l76 e 158-185) che lo ha poi ripreso in più di una occasione negli anni seguenti  (ad es. in un articolo di "Archiginnasio" del 1956 e nel quinto volume di Storia d'Italia Einaudi, 1973: entrambi riediti in Catasti e storia della proprietà terriere, 1980). Questa insistita analisi di Zangheri consente di avere oggi un dettagliato ed esauriente quadro per ciò che riguarda I'ambiente culturale e politico in cui il. catasto fu pensato, gli scopi che il suo documento istitutivo si poneva e le lotte che il suo piano economico scatenò, la vicenda della sua effettiva formazione, le caratteristiche dei suoi procedimenti estimativi ecc. E nel quadro costruito da Zangheri sono già numerosi gli spunti che legano il catasto ai processi di replezione e conquista di una parte delle depressioni paludose della bassa pianura bolognese e ai Progetti di sistemazione fluviale intrapresi in questa zona fino agli inizi del secolo XVII e divenuti più incalzanti a metà del secolo XVIII. Così come lo sono i richiami alla utilità di ricavare dal catasto un disegno minuzioso delle reali condizioni dell'agricoltura bolognese negli stessi anni e una ponderata valutazione dei suoi punti forti (es. la canapa) e delle sue deficienze (es. l'allevamento).
A questo disegno si è dedicato nel presente lavoro Alfeo Giacomelli, dopo una esperienza di studio rivolta per parecchi anni ai riformatori bolognesi del periodo che ha il suo maggior esponente nel cardinale e poi nel papa Lambertini (ricordo i due quaderni che si incentrano su Carlo Grassi e le riforme bolognesi del Settecento, 1979). Già con una memoria del '79 (in "Fonti per lo studio del paesaggio agrario" , pp. 297-315) e poi con un'altra del 1981 (in "Problemi d'acque a Bologna in età moderna", pp. 123-172) e con un'ultima del 1983 (in "La pianura e le acque tra Bologna e Ferrara", pp. 101-254) Giacomelli aveva puntato la sua indagine alla definizione del paesaggio e alla individuazione delle aree chiave della pianura agricola bolognese. E qui finalmente, concentrando il suo studio sui documenti fiscali e iconografici del catasto, egli ci dà per la prima volta una affascinante ricostruzione a scala topografica dello stato di quest'agricoltura.
Ricostruzione che la natura della fonte, basata sopra la stima della capacità produttiva delle terre, costringe ad impostare secondo la intrinseca "vocazione" di ogni particella fondiaria, e non sulle effettive coltivazioni che vi erano in atto. Ma da essa emergono ugualmente (forse più drasticamente, per il rilievo dato alla matrice pedologica) le caratteristiche originali della paesistica rurale bolognese, che sono legate in modo strettissimo alla storia della formazione alluvionale e delle complesse permutazioni e variazioni idrografiche della pianura negli ultimi quindici secoli.
Per illustrare queste caratteristiche e la storia dei fiumi e delle terre a cui si innesta la loro formazione una storia molto più antropica che naturale -, Giacomelli ha dato al taglio espositivo del suo lavoro delle linee e degli intrecci fino ad oggi pochissimo praticati. Ad es. dove si sofferma sul tema dei rapporti fra   le tendenze in svolgimento presso 1'agricoltura bolognese e lo stato delle vocazioni agrarie della pianura; o sul tema dei rapporti fra queste vocazioni e la genesi dei suoli e la dinamica degli alvei e il procedere degli insediamenti; o sul tema dei rapporti fra le condizioni edafiche e idrauliche e i valori fondiari e le dimensioni aziendali.
Ne esce il quadro di un'area di pianura nient'affatto uniforme per qualunque tipo di rapporti e condizioni, ed anzi screziatissimo per composizioni paesistiche: come risalta egregiamente nella grande tavola delle vocazioni agrarie, che va segnalata anche per la sua nuova e coraggiosa e a mio parere molto indovinata soluzione figurativa, che usa come fondo topografico del disegno una splendida geoiconografia degli, stessi anni.
Le acute diversificazioni della pianura che questa analisi del catasto pone in luce, potranno alleggerirsi e contrarsi più avanti, a misure meno squilibrate, grazie ad una sistematica operatività della bonifica. E infatti secondo una interpretazione che Giacomelli ha sostenuto già più di una volta negli ultimi anni : è la bonifica, nella sua accezione più vasta, il cardine intorno a cui ruota I'empirismo riformatore bolognese. E che lo distingue da quelli degli altri maggiori centri culturali della penisola.
E' per quest'ampiezza e stimolazione di tematiche, per 1a ricchezza di risultati che 1'autore ha saputo ottenere dalla sua ricerca, che il nostro Dipartimento di discipline storiche ha desiderato promuovere la pubblicazione del presente lavoro, solo crucciandosi che la pochezza di fondi disponibili per una indagine che non riguarda né il nucleare, né il militare, costringa a contenere, il discorso, le iconografie, gli apparati documentari, a spazi più ristretti di quanto l'oggetto di studio avrebbe richiesto e meritato. 



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