Il sistema assistenziale bolognese era da secoli, e specificamente
dal secondo '500, piuttosto esteso e qualificato sicché non presentò
nel XVIII secolo innovazioni di rilievo. I numerosissimi ospedali per
pellegrini e infermi, gli orfanotrofi sorti nel medioevo per iniziativa
delle altrettanto numerose confraternite avevano conosciuto per
tempo, soprattutto tra la metà del '400 e la metà del '500, un significativo processo di concentrazione, razionalizzazione e specializzazione,
in gran parte sottolineato anche dall'emergere di congregazioni
direttive quasi affatto separate dalle confraternite originarie e
piuttosto rappresentative degli equilibri politici e socio-economici,
dei diversi ceti che avevano voce attiva nella vita cittadina. Lo slancio devozionale e caritativo della Controriforma aveva accentuato,
nella seconda metà del '500 e nel primo '600, questo processo di razionalizzazione
che si era fatto sentire soprattutto nell'ambito dei
conservatori femminili e nelle iniziative per la difesa dei costumi, ma
anche in iniziative piri strettamente pauperistiche, come l'Opera dei
Mendicanti. Significativamente mentre gran parte degli alberghi o
ospedali per i poveri sorsero in Europa nel secondo '600 o nel primo
'700, la bolognese Opera dei Mendicanti risaliva alla prima età controriformistica
e, piri direttamente, al primo dibattito in materia suscitato
dal Vives. C'era una ragione precisa perché quest'opera di
razionalizzazione si fosse concentrata tra '400 e '500 e si fosse perfezionata
nel secondo '500 o nei primi anni del '600, prima della
grande crisi europea del 1620 e della peste. Certo lo slancio devozionale
e caritativo della Controriforma aveva inciso, ma forse, più determinante,
era stata la netta ripresa economico-demografica, il lungo
Rinascimento economico (1450-1620) e in particolare il fatto che la
società bolognese, già ampiamente sviluppata in età medievale,
avesse raggiunto allora la sua massima espansione e conflittualità protocapitalistica
e protoindustriale.
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