Le case torre, la loro funzione e le famiglie che l'abitarono



L'immagine prevalente della montagna bolognese del passato, specie dell'età moderna, è quella di una società abbastanza uniforme e povera, di cui si percepiscono per lo più solo determinati aspetti della cultura materiale o della religiosità, quasi in una dimensione del tutto folklorica.
Ovviamente non si vuole ribaltare questa visione, che una sua matrice di validità l'avrà (se mai occorrerebbe approfondire criticamente anche questa dimensione di cultura materiale), si vuole però insistere sull'esigenza di non ricondurre questa società ad un'uniformità astratta e senza tempo, di vederne concretamente l'evoluzione storica e la complessità ambientale e strutturale, economica, sociale, culturale, sia nel tempo (dimensione diacronica ed evolutiva) sia in uno stesso periodo (dimensione sincronica e differenziazioni socio — economiche).
Allo stesso modo non si potrà considerare la montagna come una realtà chiusa, ma la si dovrà vedere nella sua costante e complessa interrelazione con la città (e possibilmente senza troppo calcare, come si è fatto in passato, sull'idea della subordinazione comitatina e della dominazione urbana) e la si dovrà correlare con le realtà regionali vicine, in un orizzonte allargato.
Tutte le strutture della montagna, pur riflettendo indubbiamente anche una specifica vocazione originaria, si sono profondamente modificate nel tempo e debbono perciò essere recuperate nella loro evoluzione. Ciò vale anche per la casa e la famiglia, che sono l'oggetto di questo incontro, ma vale anche per la mentalità collettiva ed individuale, per il sentire civile e per l'esperienza religiosa che con la casa e la famiglia hanno costantemente interagito.



La versione sopra riportata è una rielaborazione in formato testo e poi PDF dell'originale presentata all'inizio del post al fine di rendere più agevole la lettura e la funzione di "ricerca" all'interno del documento.
Casaglia di Caprara (Marzabotto), Borghetto "Le Murazze", la torre (disegno di Enrico fantini)

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