L'evoluzione socio-patrimoniale di una famiglia centese nel '500-'600



Un ramo della famiglia Fabri e l'acquisizione fortunosa del suo patrimonio al monastero bolognese di santa Margherita.

Le famiglie centesi - Atti del Convegno di Studi, novembre 2000


L'equilibrio della terra e delle acque. Territorio, economia e agricoltura in età moderna



Il territorio centese in età moderna costituisce un'area geografica, politico amministrativa, agronomica, antropologica ben individuata, di transizione tra Ferrarese, Bolognese e Bassa modenese. Come per l'aspetto religioso (diocesi), dal punto di vista idraulico e agronomico il Centopievese fa sostanzialmente parte dell'area bolognese e tuttavia è sotto il dominio estense che il sistema idraulico assume il suo aspetto definitivo, in larga misura conflittuale con gli interessi bolognesi e solidale con quelli ferraresi. Nel Ferrarese però, anche dal punto di vista idraulico e agronomico, il Centese costituisce un'area a sé, autonoma. E' l'area delle Partecipanze e insieme delle terre vecchie o alte (vecchie e alte in rapporto al basso e giovane Ferrarese, appunto), incentrate sul Reno e il Canalino di Cento.

Cento, Pinacoteca. Guercino, La mietitura

Per una storia di Cento in età moderna



Cento non è solo uno dei tanti piccoli centri della bassa padana, dotati di larga autonomia amministrativa, ma appunto una città con un suo territorio, con una sua specifica tradizione culturale, una sua specifica tradizione artistica. Lo studio della storia centese presenta perciò innumerevoli vantaggi: la città, il territorio, la popolazione costituiscono una struttura organica, quasi un ministato in età moderna, un microcosmo che riflette tutte le stratificazioni sociali, economiche, culturali di più ampi complessi urbani e territoriali, la più ampia periodizzazione della "grande storia", ma, contemporaneamente, è sufficientemente piccolo da poter essere studiato analiticamente, per totalità, in modo da poter valutare l'interazione reciproca di tutti i fattori.


Storia di Cento: il volto della città




STORIA DI CENTO DAL XVI AL XX SECOLO

Il volto della città: il catasto urbano del 1752

Alla metà del '700, quando in parallelo al catasto rurale fu realizzato anche un preciso catasto urbano, Cento non era più un borgo rurale ma una "terra" consolidata e popolosa che si avviava anzi a conseguire il riconoscimento di città. 


Bologna, i Grabiński e le legioni polacche



BOLOGNA E LA POLONIA NELLA DECADENZA DEL REGNO

La continuità dei rapporti tra Italia e Polonia è ormai oggetto di innumerevoli studi, nel cui contesto il ruolo di Bologna e della sua università è ormai noto. Questo contributo non potrà perciò apportare che alcuni elementi di precisazione marginale. L'attenzione si concentrerà sugli anni del tardo illuminismo e della decadenza della Polonia, in cui le due nazioni trovano nella crisi politica nuovi elementi elementi di riflessione comuni e le ragioni di una fraternità ancora più profonda che per il passato, che doveva sorreggere tutto il loro risorgimento, sentito come comune lotta di popolo per l'indipendenza e la libertà, e, nelle componenti più avanzate, anche per la democrazia.


La Madonna di San Luca e i polacchi



A richiamare la frequenza e profondità dei rapporti tra la società bolognese e la Polonia basta ricordare che il santuario della Madonna di San Luca, santuario del popolo ed in passato della "nazione" bolognese e quasi simbolo di autonomia repubblicana della stessa curi romana, è, per certi versi considerato dai polacchi in Bologna (e forse anche in Italia) il "loro" santuario e ciò non solo per la saldezza del culto mariano in Polonia e per un possibile parallelismo con la Madonna di Czestochowa o quella di Leopoli, ma anche per ragioni in parte occasionali, in parte più profonde e specifiche.

Ewa Lechniak Giacomelli - Dai quaderni dell'Associazione Culturale Italo-Pokacca "Malwina Ogonowska".

D.M. Viani, "Un miracolo di San Pio V" - 1660, Basilica di San Luca, Cappella Ghisilieri

 
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