L'avvento di Sisto V, la legazione del Card. Salviati e l'avvio della repressione del banditismo - (Parte VI.13)



Questo studio fa parte di una serie intitolata "Per una storia del banditismo montano nel Cinquecento" che raccoglieremo in maniera organica e in un unico testo in un post finale ma che nel frattempo li riproporremo gradatamente nella versione iniziale pubblicata.

L'avvento di Sisto V, la legazione del card. Salviati e l'avvio della repressione antibanditesca.

L'episodio era indicativo del marasma politico-istituzionale in cui si stava dissolvendo lo Stato pontificio sul finire del pontificato di Gregorio XIII Boncompagni, delle interne contraddizioni in cui erano invischiate la società e la chiesa rinascimentali. In queste tensioni e contraddizioni cominciava anzi, più in generale, a dissolversi quella che era stata la più avanzata e opulenta delle economie e delle società europee, quella più animata da fermenti protoindustriali e protocapitalistici. Il dispiegarsi ed il costante acuirsi delle lotte banditesche, ripeto, non era affatto avvenuto in una società arretrata e povera, ma, al contrario in una società in fortissima e costante espansione, anche se caratterizzata da crescenti tensioni e contraddizioni interne. Era stata, a tutti i livelli, anzitutto una lotta per il controllo delle risorse e del potere politico, nella quale anche le strutture ed i beni ecclesiastici erano stati immediatamente coinvolti come una delle componenti chiave del tutto. Occorreva dunque una svolta radicale rispetto al pontificato di Gregorio XIII e questa svolta si ebbe con l'elevazione al pontificato di uno dei cardinali che da lui era stato maggiormente emarginato, Felice Peretti, eletto il 24 aprile 1585, all'età ormai avanzata, per il tempo, di 65 anni, ed espressione per molti versi delle tendenze rigoriste e clericali quanto il predecessore lo era stato di quelle lassiste e laicizzanti. Era uscito da umilissima famiglia contadina marchigiana di Montalto (avrà poi una sorta di culto delle sue origini elevando Montalto a presidato, creando in Bologna il collegio Montalto per l'educazione universitaria di sessanta studenti della Marca, facendo decisamente di Loreto il santuario nazionale dello stato) ed era divenuto frate francescano ad appena 13 anni nel locale convento, anche come soluzione alla povertà della famiglia e per accedere ad una educazione — secondo una tipologia socio-culturale che si sarebbe perpetuata fino a tempi recentissimi anche nelle nostre aree montane. Si era presto segnalato come predicatore e insieme aveva compiuto studi a Fermo, Ferrara, Bologna, laureandosi poi nel 1548 in filosofia e teologia nella sua Fermo. Come predicatore non era sfuggito a sospetti di eresia (1552), ma si era segnalato anche presso Giulio III, di cui era divenuto espositore biblico, e poi presso Paolo IV Carafa, che lo aveva chiamato a far parte della commissione del concilio (1556). Divenuto direttore degli studi del convento di Venezia e inquisitore generale nella repubblica, si era scontrato col giurisdizionalismo del senato tanto che, alla morte del Carafa, era stato costretto a ritirarsi nella nativa Montalto......

Anonimo romano, Sisto V, da Wikipedia

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