Per un'indagine dei caratteri originali della pianura bolognese del XVIII Secolo: il Catasto Boncompagni




Il Bolognese, tra il Sillaro e il Panaro, è diviso dalla via Emilia ad est e dalla via Bazzanese ad ovest, che separano nettamente il territorio della collina-montagna da quello della pianura. La città è posta al centro di questo territorio e da essa si dipartono a raggera anche le altre strade secondarie: di cresta (solo parzialmente e più recentemente di fondovalle) verso i valichi e le città toscane; verso Ravenna nella pianura (l'antica via Salara) e su tre direttrici verso il Primaro e il Ferrarese; verso S. Giovanni e Crevalcore con un rettifilo costruito di getto nel 1250 dal comune popolare memore delle antiche realizzazioni romane.
Già questo assetto mostra come il Bolognese sia stato un territorio unitario e la città vi abbia precocemente giocato un ruolo accentratore, a differenza di altre minori città emiliane. Il confronto col Modenese in particolare è pregnante. Il Bolognese storico si spinge lungo la via Emilia con un deciso saliente fino al Panaro, a oltre 20 km dalla città e ad appena 5 km dalla città rivale. Il Modenese inoltre risulta frazionato nel non vasto distretto di Modena, nella diocesi e nelle estese terre enfiteutiche di Nonantola, nel distretto-diocesi di Carpi, nel principato di Mirandola, nel vasto Frignano, nei numerosi e consistenti feudi. Feudi, città alternative di discreta ampiezza, abbazie, confederazioni montane costituiscono altrettanti poli alternativi alla città dominante, spesso anche come mercati. Nel Bolognese invece i diversi centri sorti a raggera ad una ventina di km dalla città (Bazzano, Castelfranco, S. Giovanni in Persiceto, S. Agata, Crevalcore, S. Pietro in Casale, Budrio, Medicina, Caste! S. Pietro) sono stati presto soffocati nelle loro aspirazioni all'autonomia, nelle speranze di crescita artigiana e mercantile e non sono andati oltre la dimensione di piccoli-medi borghi, organizzanti assai ristrette aree in gran parte controllate dalla proprietà cittadina. I feudi sono in tutto tre o quattro, di non grande ampiezza. Diocesi e territorio in gran parte coincidono e molte delle terre di originaria enfiteusi nonantolana sono state riscattate.
Strutture ambientali ed eventi storico-culturali si sono sorretti vicendevolmente a determinare questo assetto. Il carattere della Bologna moderna era già in gran parte delineato in età etrusco-romana, quando la città presentava una oligarchia agraria e consistenti ceti artigianali e mediava nei commerci tra Adriatico e Tirreno, tra Italia centrale e Padania (.....)

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