Addio Alfeo

Ho contattato per la prima volta Alfeo nel settembre del 2017, dopo che mi era stato raccomandato dall'amico Pierluigi Carnesecchi, anch'egli come me alla ricerca delle origini delle antiche famiglie residenti fin da tempi remoti nella montagna pistoiese-bolognese e poi diramatesi in tutto il Centro Italia. 

Come mi sono presentato ho destato subito l'interesse di Alfeo poiché il nostro era uno dei numerosi casati tosco-romagnoli su cui aveva tanto studiato, nelle sue diramazioni e nei flussi migratori tra il contado e le città, tra le diocesi e le regioni. Tra l'altro, in qualche modo, come con quasi tutte le famiglie appartenenti alle “Corti del Reno”, i Giacomelli erano imparentati anche con noi Lenzi: la ricerca genealogica è una ricerca complessa e articolata che va analizzata nel suo insieme e nella sua totalità, questo è stato uno dei primi grandi insegnamenti di Alfeo. 

Alfeo è stato uno studioso intelligente, poliedrico, attento, preciso a tal punto che nulla poteva essere scritto e definito se non sulla base di documenti certi. Alfeo mi ha insegnato a leggere la storia, a capirne le dinamiche e l'evoluzione nel corso dei secoli soprattutto attraverso la microstoria e le vicende occorse alle nostre famiglie, interpretandola non con gli occhi di oggi ma con quelli del tempo in cui si è svolta e questo lo si può fare solo e solamente attraverso la lettura attenta delle fonti che sono gli atti di stato civile, gli estimi, i catasti, i rogiti, i censimenti, le memorie di qualsiasi genere, anche criminali, i testi e tanto altro, ma anche i palazzi, le opere d'arte, le chiese e gli stemmi. 

Potrei stare qui le ore a parlare di Alfeo, della sua gentilezza, della sua sensibilità, della sua generosità, della sua bontà, della sua sconfinata cultura, della sua pazienza, del suo amore per la storia ma chi lo ha conosciuto lo sa, chi invece non ha avuto la fortuna di conoscerlo, o di comprenderlo, si è perso una grandissima occasione di crescita, di maturazione delle proprie conoscenze dell'uomo e della vita perché è vero che solo conoscendo e interpretando correttamente il passato si può progettare un futuro migliore. 

Ho contato le conversazioni che abbiamo tenuto in questi quattro anni, sono state 1123, quasi una al giorno, io chiedevo e lui mi rispondeva sempre con pazienza, non ha mai mancato di darmi un consiglio ed di indirizzarmi nelle mie ricerche, di cercare di capirmi, di aiutarmi. Io non ho mai conosciuto una persona così e piango questa scomparsa dalla mia vita che non verrà mai colmata 

Non mi dilungo sul suo curriculum che è scritto in questo blog, un diario online che abbiamo creato assieme per fissare e non disperdere le tante conoscenze e studi prima da ricercatore dell'Università di Bologna e poi per proprio conto, un lavoro gratuito e appassionato, una piccola grande avventura che abbiamo costruito assieme con amicizia. 

Anche se la scorsa estate ci siamo conosciuti di persona, con Alfeo non siamo mai riusciti a darsi del tu, non per mantenere le distanze ma per rispetto, ma una persona che mi ha sempre e dico sempre ascoltato in questi anni, quasi ogni giorno, non può definirsi un grande amico? 

Addio Alfeo, e anche se certamente tutti e due non siamo stati dei grandi uomini di fede, io spero un giorno di rivederti, e dopo aver salutato tutti i nostri cari, darsi appuntamento in un luogo dal quale si possano vedere gli orizzonti sconfinati dell'umanità e parlar ancora assieme della vita, della storia e degli uomini. 

Ci sarà, assieme a me finché potrò, qualcuno che ha voluto bene ad Alfeo che porterà avanti questo blog per mantenere la sua memoria. 

 Alfeo ci ha lasciato all'Ospedale Sant'Orsola di Bologna, Martedì 13 Aprile 2021 alle ore 15,30. 

Grazie Alfeo




16 commenti:

Unknown ha detto...

Alfeo è stato un amico sincero e questo è stato per me il regalo piu grande che mi poteva fare, ancora piu grande dell'aver mi insegnato a comprendere le fonti archivistiche; e sottolineo comprendere e non leggere. Quante cose una fonte cela! Tante, quante quelle che dichiara. Ma può anche dichiarare il falso! Gli estimi ( le dichiarazioni dei redditi) ne sono una prova! Ma dalla loro lettura si può partire per poi analizzare altre fonti , per poi farle dialogare tra loro. Questo è il metodo che io definisco Giacomelli. Aveva una curiosita che lo portava a non fermarsi mai: le sue ricerche formavano per anni. E non era mai contento del risultato: certo che prima o poi avrebbe trovato unaltrau fonte che gli permetteva di andare oltre. E non aveva confini: anzi, per lui le discipline dovevano dialogare. Per tutto questo penso che la cosa più bella per ricordarlo sia continuare a leggere quello che lui ci ha lasciato, per tutto questo penso che chi avrà la forza, tralasciando l'emozione, di 'postare' i suoi ultimi scritti come quelli non terminati, Le faccia il regalo più desiderato, come penso chi continuerà a leggerlo. Non pensava dilasciarci proprio ora, anche se sapeva che le molte primavere 'sulle spalle' prima o poi gli 'avrebbero presentato il conto'. E proprio a febbraio mi disse che doveva decidersi a pubblicare sul suo blog anche le ricerche non terminate. Ci hai lasciato troppo presto. EE gi ci manchi. Ciao Alfeo

Aniceto Antilopi ha detto...

Abbiamo perduto un amico, l'Appennino ha perduto un amico, la Storia ha perduto un amico. Tutti coloro che si occupano di ricerca hanno avuto modo di imparare qualcosa da lui, hanno potuto sperimentare la sua meticolosità, la sua competenza, il suo modo di lavorare. Grazie Alfeo!

Eugenio ha detto...

Un saluto di sincera Amicizia e con rispetto alla Cultura Vera e Onesta di questo Paese.
Ciao Alfeo.

Unknown ha detto...

L'Associazione Castello Manservisi e la Pro Loco il Faggio piangono un Grande uomo.
Ciao Alfeo

Unknown ha detto...

Il mio ricordo di Alfeo è la sua capacità straordinaria di immergersi nella storia, nelle storie di cui studiava. Quando le narrava, sapeva trasmettere tutto l'entusiasmo che in lui suscitavano, fino a rievocare luoghi, fatti e persone tanto da renderli reali: ricreava intorno al suo pubblico una realtà lontana e che, pure, magicamente riappariva...Grande studioso, serio e attento. Persona gentile, la cui voce e il cui sguardo sorridente alla vita porterò nel mio ricordo.
Alessandra P.

Unknown ha detto...

È un arrivederci. Ora potrai "scambiare due chiacchiere"con Evans, mio padre. Dopo si dice sempre.....potevamo vederci di più..... Ma ti ho in mente con grande piacere. Un abbraccio alla tua splendida famiglia

Unknown ha detto...

Un abbraccio a Ewa 💞

Unknown ha detto...

Ho conosciuto Alfeo relativamente tardi, quando avevo già completato i miei studi universitari, però l'ho sempre considerato un mio grande maestro, ma non tanto per la sua cultura smisurata che ora purtroppo abbiamo perso, ma soprattutto per l'amore per la cultura e per la storia che trasmetteva ai suoi interlocutori. Aveva il dono innato di appassionare alla cultura chiunque col suo linguaggio semplice ma documentato. Se gli insegnanti fossero tutti come lui ben pochi abbandonerebbero gli studi. Sono annichilito dalla notizia e porgo le mie più sentite condoglianze alla famiglia. Edgardo Ferrari

Unknown ha detto...

un uomo generosissimo e libero
una mente lucida, un ricercatore acuto e solido , e pieno di buonsenso
Lascia alla famiglia il ricordo di un uomo di cui essere orgogliosi

Unknown ha detto...

Arrivederci cuginone, la tua vicinanza e il tuo affetto sono stati un grande privilegio che la vita mi ha concesso

Unknown ha detto...

Abbiamo conosciuto Alfeo e la sua famiglia circa 15 anni fa durante la ristrutturazione della casa di Lustrola. Da allora ci siamo sempre frequentati.
Lustrola è un piccolo borgo appenninico, una località di Granaglione, che attualmente forma un unico comune insieme a Porretta Terme.
Questo territorio è sempre stato uno degli oggetti privilegiati di studio di Alfeo, che aveva pubblicato vari lavori su questo tema e tra gli altri anche quelli che riguardavano proprio la casa allora in ristrutturazione. Dai documenti in suo possesso abbiamo saputo che la casa era stata commissionata da un notaio, costruita nel 1575 e poi abitata dal notaio stesso, Giiulio Zanini ,che lì esercitava anche la sua professione. Attraverso vari passaggi la casa passò alla famiglia Lenzi e a noi.
Alfeo l’aveva appunto già studiata e presentata in un Convegno organizzato da Italia Nostra a Bologna; il convegno aveva per tema la salvaguardia del patrimonio storico di questo territorio di montagna ad iniziare proprio dalla case, per lo più in pietra, che sono state costruite nel corso di centinaia di anni.
Leggemmo quanto Alfeo aveva scritto e poi lo incontrammo tramite amici comuni e prestando ascolto ai suoi suggerimenti si cercò di fare un buon ed efficiente intervento conservativo della casa.
Lustrola ha la fortuna di poter contare su un’associazione, Ca’ Nostra funzionante e attenta a salvaguardare le proprie tradizioni che vengono tenute vive da un gruppo di studiosi locali.


Alfeo, professore presso l’università di Bologna, era uno di questi studiosi, ma non gli interessavano i titoli e gli incarichi, l’importante per lui era continuare a portare avanti le sue ricerche sul territorio denunciando spesso verità dette ma non verificate dalle fonti storiche che lui conosceva bene, sapeva ben consultare gli archivi e leggere i documenti che lì si trovano. Spesso interveniva per arricchire storie su cui stavano lavorando altri suoi colleghi.

Di tutta questa bella avventura rimane un volume “ Lustrola, una casa torre si racconta” scritto grazie ai lavori ed all’impegno di Alfeo ed altri studiosi.
Da questo evento Ca’ Nostra promosse la collocazione di una serie di targhe che descrivono alcuni edifici della piccola, bella borgata di Lustrola, che a partire da quest’anno celebrerà i suoi primi 1000 anni.
Con Alfeo ed Ewa abbiamo avuto tanti momenti conviviali gustando così anche piatti della tradizione polacca di cui Ewa è degna rappresentante.
Alfeo ed Ewa ci hanno fatto conoscere tanti luoghi e piccoli borghi nelle vicinanze di Lustrola raccontando sempre storie dettagliate. Alfeo era bravissimo a raccontare e riempire di notizie storiche i luoghi che si incontravano. Spesso bisognava frenarlo, arginarlo nell’onda travolgente del racconto, questo accadeva quando percepivamo che il turbinio di parole stava crescendo troppo e rischiava di farci volare via…. ma lui, inarrestabile, continuava a parlare raccontando le storie dei luoghi, degli eventi, delle persone e delle famiglie, perché questa era una delle sue doti : parlare e scrivere, oltre che fare accurate ricerche storiche in modo estremamente dettagliato e approfondito.
E adesso che non c’è più ci mancherà tantissimo e ci impegneremo nel dare una mano ad Ewa e ai ragazzi, Francesco, Maddalena, Erasmo per conservare ed onorare la memoria di papà iniziando con il valorizzare, conservare e cercare di pubblicare i lavori che Alfeo ha fatto e continuava a fare prima che questo brutto e insidioso virus se lo portasse via.
Ciao Alfeo.
Salvatore Guja e Virginia

unknown ha detto...

Conosco Alfeo da una vita, come collega e come amico. E' stato uno studioso di solida formazione culturale e un profondo conoscitore delle fonti, che ha maneggiato con l' autorevolezza di un vero Maestro.Tutti, noi colleghi, abbiamo letto e utilizzato i suoi contributi, di micro o macrostoria che fossero, stimolati dalle sue informazioni, aperture, connessioni e suggerimenti, che gli venivano dal suo talento e dalla sua sterminata erudizione. E' stato anche un uomo mite,schivo e appartato, lontano dalla competitività malata e rissosa dell'università italiana.Addio Alfeo, o meglio, forse: we meet again, Aldo

Unknown ha detto...

Da Roberto Daghini ho saputo solo adesso con vivo stupore della morte dell' amico Alfeo. Se è andato troppo presto. Lo avevo conosciuto 20 anni fa, studiando la mia mia originaria di Porretta. Da allora, pur vivendo in Toscana siamo rimasti sempre in contatto. Ho apprezzato la suo umanità e competenza. Alveo mi mancherai.Condoglianze alla famiglia.

Unknown ha detto...

Ho conosciuto Alfeo e la sua bella famiglia, circa dieci anni fa ed ho avuto modo di apprezzare la passione che metteva nelle sue ricerche e la sua grande cultura che era di ispirazione anche per i figli. I libri che volle donarmi me lo ricorderanno negli anni a venire. Alla moglie Ewa ed ai figli Francesco, Magdalena ed Erasmo le mie più sentite condoglianze.

Piergiorgio ha detto...

Sono stato un suo compagno di classe al Liceo Galvani di Bologna e già da allora la sua cultura era un faro per tutti noi. Sempre modesto e sempre attento e generoso nelle amicizie. L'ho ritrovato dopo tanti anni in cui ci era persi di vista e l'ho trovato sempre lo stesso Alfeo, generoso,colto e sempre pronto a ricambiare l'amicizia di un tempo.E poi e' arrivato il virus e Alfeo ci ha lasciati. Ti ricorderò per sempre caro compagno di classe, sarai sempre quell'amico colto che ha reso piacevole l'ascoltarti.






dopo tant

Unknown ha detto...

La mia vita si è incrociata con quella di Alfeo Giacomelli molto tempo fa e per un tratto molto breve, in luoghi dove già romani ed emiliani si erano trovati: le terre di bonifica pontine. Un paio di convegni, una pubblicazione occupata per metà da un suo monumentale saggio in cui raccontava le vicende e le persone vissute a fine ‘700 come se ci avesse vissuto assieme e ne avesse conosciuto a fondo il carattere personale.
Indimenticabile la lunghezza dei suoi interventi, la sua incontenibile voglia di metterci a parte di tutto, il suo entusiasmo per la conoscenza di una realtà – quella storica – che va al di là della notizia e della fonte archivistica, che diventa esperienza di un mondo altro.
Per quello che ho conosciuto, Alfeo, che viveva più in biblioteca e in archivio che a casa sua, era un insospettabile passionale; ero ancora in contatto con lui quando la sua vita cambiò, quando mi raccontò della giovane studentessa polacca, Ewa, che diventò sua moglie, quando mi disse dei figli che nascevano.
Alfeo parlava allora del suo interesse per le “piccole patrie”, e sicuramente la famiglia che ha costruito negli anni seguenti è stata una Heimat straordinaria. Non l’ho più rivisto, ma l’ho pensato spesso, nel corso degli anni.
Ciao Alfeo
Paolo Buonora, Roma

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