L'uccisione e la decapitazione di Raffaele "il Gallo" Mellini (8 settembre 1586) - (Parte VI.15)

Questo studio fa parte di una serie intitolata "Per una storia del banditismo montano nel Cinquecento" che raccoglieremo in maniera organica e in un unico testo in un post finale ma che nel frattempo li riproporremo gradatamente nella versione iniziale pubblicata. L'uccisione e la decapitazione di Raffaele «il Gallo» Mellini (8 settembre 1586). Il momento più acuto della repressione e della ristrutturazione politico-religiosa era dunque superato e tra persistenti catture-esecuzioni, ma anche grazie e condoni, la vita rientrava lentamente nella normalità quando un nuovo episodio sembrò riportare le tensioni tra Zanini e Mellini al momento più acuto: l'uccisione di Raffaele «il Gallo», da tempo non più solo capo morale del clan Mellini...

L'uccisione di don Pirro Zanini alla Pieve delle Capanne (5 settembre 1585) - (Parte VI.14)

Questo studio fa parte di una serie intitolata "Per una storia del banditismo montano nel Cinquecento" che raccoglieremo in maniera organica e in un unico testo in un post finale ma che nel frattempo li riproporremo gradatamente nella versione iniziale pubblicata. L'uccisione di don Pirro Zanini (5 settembre 1585) Il rigore dei nuovi bandi e la decisione con cui il nuovo pontefice ed il legato Salviati sembravano intenzionati a porre fine al fenomeno banditesco, l'arresto e lo strangolamento del senatore Giovanni Pepoli, capo effettivo del partito ghibellino al quale erano collegati, non sembrò scoraggiare i Mellini, ormai pressoché tutti banditi, ma, in qualche modo, anche relativamente sicuri nelle loro basi di Pavana e Sambuca,...

L'avvento di Sisto V, la legazione del Card. Salviati e l'avvio della repressione del banditismo - (Parte VI.13)

Questo studio fa parte di una serie intitolata "Per una storia del banditismo montano nel Cinquecento" che raccoglieremo in maniera organica e in un unico testo in un post finale ma che nel frattempo li riproporremo gradatamente nella versione iniziale pubblicata. L'avvento di Sisto V, la legazione del card. Salviati e l'avvio della repressione antibanditesca. L'episodio era indicativo del marasma politico-istituzionale in cui si stava dissolvendo lo Stato pontificio sul finire del pontificato di Gregorio XIII Boncompagni, delle interne contraddizioni in cui erano invischiate la società e la chiesa rinascimentali. In queste tensioni e contraddizioni cominciava anzi, più in generale, a dissolversi quella che era stata la più avanzata...

La reazione dei conti Ranuzzi all'invasione di Porretta e la controffensiva ghibellina nell'Alto Reno: l'assedio e la strage della Pieve di Lizzano - (Parte VI.12)

Questo studio fa parte di una serie intitolata "Per una storia del banditismo montano nel Cinquecento" che raccoglieremo in maniera organica e in un unico testo in un post finale ma che nel frattempo li riproporremo gradatamente nella versione iniziale pubblicata. CULMINE E CADUTA DEL FENOMENO BANDITESCO NELL'ALTO RENO ALL'ESAURIRSI DEL RINASCIMENTO. CAUSE CONTINGENTI E TRASFORMAZIONI STRUTTURALI La reazione dei conti Ranuzzi all'invasione di Porretta e la controffensiva ghibellina nell'Alto Reno: l'assedio e la strage della Pieve di Lizzano (5 febberaio 1585) La seconda e più grave invasione del Bagno della Porretta, avvenuta il 21 gennaio 1584 in pieno carnevale ad opera di un'ottantina di uomini guidati dal conte Alfonso Montecuccoli...

I Tanari e la Comunità di Belvedere: dallo Stabilimento della Larvata "Signoria" al recupero delle libertà (1525-1602) - (Parte V)

Questo studio fa parte di una serie intitolata "Per una storia del banditismo montano nel Cinquecento" che raccoglieremo in maniera organica e in un unico testo in un post finale ma che nel frattempo li riproporremo gradatamente nella versione iniziale pubblicata. I Tanari e la Comunità di Belvedere: dallo Stabilimento della Larvata "Signoria" al recupero delle libertà (1525-1602) - (Parte V) Nel 1525 la comunità di Belvedere affittò i propri beni ai Tanari, favoriti dall'appoggio di Clemente VII e dei suoi legati, dal momento che dalla fine del '400 con le loro risorse finanziarie e le loro bande avevano sostenuto i Medici nel loro tentativo di rientro in Firenze contro la repubblica e avevano poi sostenuto i tentativi di espansione...

La reazione delle popolazioni e dei Ranuzzi all'invasione di Porretta e l'isolamento dei guelfi. L'assedio ghibellino e la strage della pieve di Lizzano - (Parte IV.5)

Questo studio fa parte di una serie intitolata "Per una storia del banditismo montano nel Cinquecento" che raccoglieremo in maniera organica e in un unico testo in un post finale ma che nel frattempo li riproporremo gradatamente nella versione iniziale pubblicata. La reazione delle popolazioni e dei Ranuzzi all'invasione di Porretta e l'isolamento dei guelfi. L'assedio ghibellino e la strage della pieve di Lizzano - (Parte IV.5) Abbiamo visto che anche nel Belvedere le violenze mafiose dei Tanari e dei Menzani incominciavano ad incontrare crescenti resistenze nella popolazione, anche se è ovvio che a determinarle non era solo la volontà autonomistica delle principali famiglie locali ma anche l'opera di sobillamento del partito ghibellino...

I Fronzaroli di Rocca Corneta e la reazione ghibellina al predominio dei Menzani e dei Tanari - (Parte IV.4)

Questo studio fa parte di una serie intitolata "Per una storia del banditismo montano nel Cinquecento" che raccoglieremo in maniera organica e in un unico testo in un post finale ma che nel frattempo li riproporremo gradatamente nella versione iniziale pubblicata. I Fronzaroli di Rocca Corneta e la reazione ghibellina al predominio dei Menzani e dei Tanari (Parte IV.4) Abbiamo visto in un post precedente che le violenze mafiose dei Tanari e dei Menzani nel Belvedere cominciavano nel 1584 ad incontrare qualche resistenza nella popolazione e specificamente in alcuni gruppi famigliari più organizzati, come i Bernardini. L'episodio di più decisa resistenza si ebbe tuttavia a Rocca Corneta nell'aprile del 1584 ad opera dei Franzaroli, famiglia...

Microcriminalità e violenze mafiose nel Belvedere del '500 - (Parte IV.3)

Questo studio fa parte di una serie intitolata "Per una storia del banditismo montano nel Cinquecento" che raccoglieremo in maniera organica e in un unico testo in un post finale ma che nel frattempo li riproporremo gradatamente nella versione iniziale pubblicata. Microcriminalità e violenze mafiose nel Belvedere del '500 - (Parte IV.3) Prima di riprendere la narrazione organica delle principali vicende banditesche relative al territorio di Belvedere e di Rocca Corneta, coinvolgenti anzitutto i Tanari per la fazione guelfa e i Fronzaroli per la fazione ghibellina, famiglie rispettivamente del pievano di Lizzano don Gherardo di Bella Tanari e del parroco di Rocca Corneta don Bino Fronzaroli, faccio una pausa di ulteriore documentazione...

Monte Acuto delle Alpi 1580-85: le guerre dei poveri - (Parte IV.2)

Questo studio fa parte di una serie intitolata "Per una storia del banditismo montano nel Cinquecento" che raccoglieremo in maniera organica e in un unico testo in un post finale ma che nel frattempo li riproporremo gradatamente nella versione iniziale pubblicata. Monte Acuto 1580-85: le guerre dei poveri. Le vicende di Monte Acuto, ossia le faide dei Guccini e degli Amadori e dei Biagi, complicate dalla partecipazione di altri personaggi e clan, come gli Zanelli e i Balduccelli, sembrano caratterizzarsi interamente come una assurda guerra tra poveri, quasi priva di ogni motivazione che non sia quella di una serie di vendette ricollegabili ad un delitto ormai lontano, risalente ad oltre un ventennio prima. Sembrano dunque vicende avulse...

Momenti del banditismo nel Belvedere. Don Gherardo di Bella Tanari - (Parte IV.1)

Questo studio fa parte di una serie intitolata "Per una storia del banditismo montano nel Cinquecento" che raccoglieremo in maniera organica e in un unico testo in un post finale ma che nel frattempo li riproporremo gradatamente nella versione iniziale pubblicata. Momenti del banditismo nel Belvedere. Don Gherardo di Bella Tanari - (Parte IV.1) Affermare che quelle criminali sono tra le fonti storiche più affascinanti può sembrare cinico se solo si considera «di che lacrime grondino e di che sangue». Arresti e lunghe detenzioni; torture drammatiche su semplici indizi; condanne alla forca, al rogo, all'attanagliamento, allo squartamento, o, anche in molti casi meno truculenti, a tre tratti di corda (ossia alla disarticolazione delle...

L'acuirsi delle faide tra Mellini e Zanini e la ripetuta invasione dei Bagni della Porretta - (Parte III)

Questo studio fa parte di una serie intitolata "Per una storia del banditismo montano nel Cinquecento" che raccoglieremo in maniera organica e in un unico testo in un post finale ma che nel frattempo li riproporremo gradatamente nella versione iniziale pubblicata. Il nuovo attacco dei Mellini ai castagneti della Pieve delle Capanne e l'invasione dei Bagni della Porretta da parte di Gregorio della Villa (ottobre 1583). Il progressivo rafforzamento delle bande pepolesche nella valle del Reno nell'estate e nell'autunno del 1583 era percepibile da molti degli episodi che abbiamo citato nel primo paragrafo, dall'attacco di Luigi Pepoli a Gaggio, roccaforte dei Tanari, agli inizi di agosto, all'uccisione dell'oste Nannuzzi della Fontana...

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